BUS TURISTICI / In Lombardia ottomila impiegati fermi e senza futuro
Sono 8mila gli addetti lombardi del settore dei bus turistici a noleggio a rischio del posto di lavoro e fermi da due mesi, 400 le aziende presenti sul territorio bloccate con 6mila pullman lasciati nei parcheggi, per un fatturato di oltre 600 milioni di euro completamente azzerato. Questi i dati della crisi coronavirus, che ha travolto il comparto dei bus turistici a noleggio in Lombardia. L’allarme arriva dai rappresentanti regionali del Comitato Bus Turistici Italiani, primo raggruppamento nazionale di aziende del settore, che si è costituito proprio per tentare di resistere alla crisi imposta dal lockdown. “Siamo al collasso - spiegano Grazia Perego e Alessandro Cella, rappresentanti lombardi del Comitato Bus Turistici Italiani - per noi, qui in Lombardia, il blocco totale è arrivato due settimane prima rispetto al resto d’Italia. Il 21 febbraio, nel giro di 24 ore, abbiamo visto la cancellazione di tutte le attività, nazionali ed europee. E soprattutto ci stiamo chiedendo, considerate le circostanze, chi vorrà più prendere un pullman in futuro?”. Oltre a dover vivere l’azzeramento di una qualsiasi pianificazione, gli addetti ai lavori chiedono per il presente misure urgenti. “Non è possibile che la cassa integrazione sia prevista solo per nove settimane, deve continuare finché dura questa crisi - proseguono i rappresentanti - ci sono famiglie che non sanno se avranno mai più un’entrata a fine mese. Non abbiamo al momento alcun tipo di sgravio fiscale, i nostri mezzi sono fermi e lo saranno chissà per quanto tempo ancora, avranno un valore dimezzato. Chiediamo alle istituzioni che, alla crisi attuale, non si aggiungano ulteriori perdite”.