GENOVA / Per la PD De Monte il decreto mette in ginocchio l’autotrasporto

Martedí, 9 Ottobre 2018

“Il decreto Genova mette in ginocchio l’autotrasporto italiano. Il ministro Toninelli faccia qualcosa per risolvere il gigante pasticcio che ha combinato, invece di attaccarsi alla gonna della commissaria Bulc e delegare a lei ogni soluzione”. Lo afferma l’eurodeputata del Pd, componente della commissione Trasporti e turismo, Isabella De Monte, nel giorno in cui gli abitanti del capoluogo ligure protestano contro i ritardi e le inadempienze che hanno caratterizzato i mesi successivi al crollo del ponte Morandi, cui si aggiungono le critiche delle categorie più colpite dai disagi. Secondo De Monte “il decreto massacra gli autotrasportatori di tutte Italia, tagliando i fondi destinati alle aziende del settore che lavorano con il porto di Genova e che sono costrette ad affrontare maggiori spese dopo il crollo del ponte per percorrere tratti autostradali aggiuntivi e per fronteggiare molteplici difficoltà logistiche. I fondi sono stati abbattuti da 180 milioni di euro in tre anni a soli 20 per il 2018. Oltre a questo dovranno essere rispettati i limiti imposti dalle normative europee sugli aiuti de minimis. Il ministro Toninelli ha idea di come funziona l’autotrasporto e di quanti posti di lavoro conta? Se non lo sa, se lo faccia spiegare da qualche funzionario, e in fretta”.
“Sottolineo inoltre – afferma De Monte – il forfait del ministro al Parlamento europeo, dove sarebbe dovuto intervenire il 15 ottobre per illustrare la situazione di Genova e, soprattutto, spiegare come intende coinvolgere l’Europa per sostenere la città e la regione in un momento così difficile. Abbiamo saputo che quell’audizione è stata cancellata: Toninelli aveva forse timore di dover rispondere ai parlamentari europei del suo colossale pasticcio? Registriamo invece che oggi il titolare grillino dei Trasporti si è rivolto alla commissaria europea Bulc con inusitata deferenza: quando bisogna chiedere aiuto senza troppi sforzi Toninelli diventa europeista a giorni alterni, ma si ricordi che l’Ue non è una porta girevole a suo uso e consumo”.

 

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