MOBILITA' / Gli italiani preferiscono la vettura per andare al lavoro

Venerdí, 7 Marzo 2014

Non c’è car sharing, autobus, tram o bicicletta che tenga: per gli italiani, il mezzo migliore per recarsi al lavoro è la cara e vecchia automobile, a dispetto dei vantaggi, ambientali ed economici, che derivano dall’uso di sistemi alternativi per spostarsi quotidianamente. La tendenza emerge da un sondaggio condotto da InfoJobs.it, che ha chiesto ad un campione di connazionali quale mezzo utilizza per recarsi al lavoro. I risultati hanno messo in evidenza un uso preponderante dell’automobile privata, con il 60% degli intervistati che ha risposto scegliendo proprio questa opzione. Per l’88% dei partecipanti, la condivisione con altre persone del proprio mezzo di trasporto non è un’ipotesi presa in considerazione, mentre il 5,6% ha detto di viaggiare con un collega e il 5,9% è solito avere accanto un conoscente o un membro della famiglia quando si reca a lavorare in automobile. Ammonta al 10,7% la quota totale di coloro che scelgono i mezzi pubblici, con il treno preferito dal 5,6% del campione, mentre la bicicletta rimane confinata ad un misero 1,5%, superata anche da quel 3,3% che dichiara di spostarsi a piedi per recarsi sul proprio posto di lavoro.
Gli italiani, comunque, non si fanno scoraggiare dal rischio di rimanere fermi in mezzo al traffico, anche se il 35,8% degli interpellati accusa proprio la congestione della circolazione come la maggiore responsabile dei ritardi al lavoro, mentre per il 36,6% la puntualità è la regola. In questo contesto si evidenzia come il 30% si dice disposto ad accettare lavori a condizioni economiche peggiori al patto di avvicinarsi a casa, contro il 24,3% che afferma di non lasciarsi condizionare dalla distanza nella scelta della propria occupazione, valutata quindi unicamente in base ai contenuti e alla retribuzione. Si delinea un ritratto dei lavoratori italiani come persone a cui la condizione di pendolari non dà molto fastidio, soprattutto se il tragitto quotidiano casa-lavoro viene percorso a bordo di un’automobile privata. E se lo scarso utilizzo di soluzioni come il car sharing e il car pooling è legato forse alla scarsa conoscenza dovuta alla loro recente introduzione in alcune città, la diffidenza verso i mezzi di trasporto pubblici dovrebbe far riflettere chi si occupa del settore.
È infatti facile immaginare che tariffe, qualità ed efficienza del servizio siano ancora molto lontani dai livelli richiesti dai cittadini e che non siano sufficienti a diffondere la cultura del trasporto pubblico, precludendo agli italiani i vantaggi correlati ad un uso diffuso di questa soluzione per la mobilità.

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