INDUSTRIA ITALIANA AUTOBUS / La FIOM:

Lunedí, 19 Ottobre 2015

Le organizzazioni sindacali non erano mai state così nette nel denunciare lo stato dell'ex Bredamenarini, storica azienda di autobus di Bologna diventata dal dicembre 2014 IIA (Industria italiana Autobus) e controllata da King Long Italia. Un vero allarme rosso lanciato, dopo l'incontro col presidente della Regione Stefano Bonaccini che, dopo il faccia a faccia coi sindacati, ha chiesto al governo un incontro urgente. «Abbiamo fornito al presidente tutti i dati in grado di dimostrare la gravità della situazione, con una ragionevole certezza del rischio che corrono i livelli occupazionali, al punto tale da mettere la parola fine a questa depauperata ma ancora importante realtà industriale», scrivono Fiom, Uilm e delegati aziendali, che rappresentano i 190 dipendenti che ancora lavorano nell'azienda, fondata nel 1919.
Rischia di naufragare dunque l'operazione, condotta sotto il controllo del governo a Roma, che l'anno scorso ha visto passare l'azienda bolognese, allora controllata da Finmeccanica (e quindi dal Ministero delle Finanze), alla nuova società guidata da Stefano Del Rosso di King Long, in cui rientra anche l'ex stabilimento Fiat di Irisbus ad Avellino e dove Finmeccanica mantiene il 20 per cento di quote. Gli elementi forniti dal sindacato al presidente Bonaccini giustificherebbero l'allarme.
Secondo i sindacati nei primi sei mesi dell'anno la nuova società avrebbe accumulato perdite per 13 milioni di euro, contro una previsione iniziale di un "rosso" da 10 milioni per tutto l'anno, e avrebbe rallentato e bloccato, in alcuni casi, i pagamenti ai fornitori. Oltre a questo in magazzino si accumulerebbero autobus per un valore di circa 30 milioni di euro e si teme l'avvio di una procedura di licenziamento per 40 persone, senza la possibilità di pagare incentivi economici all'uscita.
I cinesi di King Long, azienda di trasporti controllata dal governo cinese, secondo i sindacati non sarebbero mai entrati concretamente nell'affare. E i risultati sono che la nuova società avrebbe venduto quest'anno poco più di 40 bus contro una previsione per il 2015 di oltre 150 mezzi, che comunque non consentirebbe il pareggio di bilancio, che viene garantito solo con più di 370 bus prodotti. Da qui l'allarme della Fiom e la richiesta di intervento urgente prima alla Regione e poi al Governo. «Il Governo non è in grado di mantenere gli impegni - attaccano i sindacati - e non si è più interessato alle sorti della nuova realtà che, col passare del tempo, abbiamo capito assomigliare sempre più a una bufala». Sarà proprio così? (fonte clickmobility.it)
 

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