TRASPO DAY / Trasporto su strada, un settore in crisi dal 2005

Mercoledí, 17 Luglio 2013

L’autotrasporto è la modalità più importante per la movimentazione delle merci nel nostro Paese, l’Italia è la quinta Nazione europea per traffico stradale delle merci, preceduta da Germania, Polonia, Spagna e Francia. Secondo lo studio dell’Osservatorio TRASPO DAY su dati Istat 2012, tra il 2005 e il 2011 le complessive tonnellate movimentate nel Paese si sono ridotte da 1,5 a 1,3 mld, cioè solo dell’11 per cento, con un trend in leggero aumento fino al 2010 e un crollo nel 2011. Nel 2005, però, inizia la serie negativa dei chilometri mediamente percorsi che nel 2011 troviamo calati del 25 per cento. Il settore del trasporto su gomma, quindi, è entrato in crisi nel 2005 e non nel 2009 con la crisi economica internazionale ancora in atto. I dati evidenziano che non è stata tanto la domanda a crollare, quanto l’offerta di trasporto a moltiplicarsi. L’attuale sofferenza del settore sembra essere attribuibile, piuttosto, a un problema di competizione tra le aziende italiane. Analizzando la suddivisione per classi di percorrenza si nota una concentrazione sugli spostamenti di prossimità, inferiori ai 200 chilometri. Gli spostamenti superiori ai 300 chilometri, invece, hanno ridotto sensibilmente il loro peso, passando dall’8 per cento del 2009 al 7,3 per cento del 2010, con un parallelo aumento dei traffici compresi tra 101 e 200 chilometri, aumentati, nello stesso periodo, dal 14,1 al 14,8 per cento. Una tendenza, quella della riduzione degli spostamenti di lunga percorrenza a favore di quelli di medio-breve percorrenza, in linea con le dinamiche del resto d’Europa. Osservando, poi, la suddivisione del traffico merci su strada in base alla regione di provenienza, è possibile notare come le prime 3 regioni originino quasi il 50 per cento del traffico (Lombardia 21 per cento, Emilia Romagna 13 per cento, Veneto 12 per cento), seguite da Piemonte, Toscana e Lazio. La presenza di traffico merci originato all’estero è molto ridotta e rappresenta solo l’1 per cento del totale, con una diminuzione costante nell’ultimo decennio.

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