PORTI / Linee guida del Ministero: per il settore sono “troppo vaghe”

Giovedí, 12 Febbraio 2015

Nove punti per descrivere i macro ambiti strategici da sviluppare nel Piano nazionale della portualità e della logistica. Sono le linee guida presentate dal ministro dei Trasporti,Maurizio Lupi, agli operatori del settore durante gli Stati generali dei porti e della logistica a Roma.
Il Piano si fonda su una strategia di sviluppo sinergico della domanda - sia merci che passeggeri - che guarda prospetticamente all'evoluzione del mercato nel lungo, medio e breve periodo. Le azioni saranno quindi organizzate su tre dimensioni temporali (lungo, medio e breve) in ragione non solo della tipologia, ma anche dell'urgenza, della concreta fattibilità e della capacità di produrre effetti in termini di crescita produttiva e occupazionale, spiega il documento del Mit. Un secondo obiettivo è quello di impegnare gli attori pubblici a perseguire scelte strategiche concordate e convergenti.
Il Piano terrà conto della specializzazione dei porti e/o delle aree/ambiti logistici retrostanti prevedendo una semplificazione della rete delle Autorità portuali, in parallelo ad azioni adeguate alla vocazione dei principali porti e alle caratteristiche dei grandi flussi di domanda di trasporto e logistica. Saranno poi individuati una serie di interventi di semplificazione procedurale e amministrativa.
Lo snellimento delle procedure include la riduzione della frammentazione e la razionalizzazione del sistema, cioè l'insieme di funzioni autorizzative e di controllo che rappresentano oggi il principale punto di debolezza del sistema.
Il Piano conterrà scelte e fornirà indirizzi per definire la modalità di programmazione, selezione e realizzazione degli investimenti (materiali e immateriali). Il Piano, inoltre, individuerà a livello centrale un organismo per lo svolgimento di un'azione di coordinamento e di pianificazione dell'impiego delle risorse pubbliche.
Il Piano punta a migliorare l'accessibilità (sia ferroviaria che stradale) ai nodi portuali e interportuali, e individuerà la necessità di garantire il medesimo livello di qualità sia sulle infrastrutture di lunga percorrenza in coerenza con la programmazione europea sia sui collegamenti ultimo miglio.
Tra gli obiettivi anche quello di alzare l'utilizzo della capacità di trasporto delle merci su ferro. Questo richiederà interventi infrastrutturali sui corridoi e sulle linee di adduzione agli scali principali e la definizione di una strategia complessiva di razionalizzazione e sviluppo della offerta di servizi ferroviari, anche attraverso l'individuazione di strumenti di incentivo dedicati.
Attenzione particolare sarà dedicata alla tecnologia. Occorrerà realizzare un'integrazione orizzontale dell'intero ciclo logistico portuale e interportuale per soddisfare le esigenze di semplificazione procedurale, pianificazione e track&tracing, degli utenti finali (industrie, operatori, terminalisti, spedizionieri, autotrasportatori) attraverso interventi di adeguamenti/upgrade del patrimonio infrastrutturale.
Le soluzioni saranno progettate e realizzate o evolute al miglioramento dello scambio informativo tra i diversi player della logistica, all'integrazione dei processi mediante logiche di interoperabilità, alla realizzazione di servizi logistici d'eccellenza, alla tracciatura della merce lungo il trasporto, allo sviluppo della logica dello "once" riferita alle attività di controllo, in particolare nei sistemi delle autorità pubbliche e del full digital.
Ulteriore elemento innovativo sarà la costituzione di un sistema di monitoraggio complessivo delle merci in grado di collegare i dati presenti sulle diverse piattaforme istituzionali. Un ultimo focus riguarderà gli interventi sul lato della domanda attraverso driver di sviluppo che non si limitano ai porti, ma alla connessione di questi al sistema produttivo e logistico nazionale e internazionale.
Unanime il consenso dei player del comparto sulla necessità di riformare il settore, così come un plauso è stato rivolto al metodo della condivisione e del confronto. Durante gli Stati generali, però, gli stessi attori hanno sottolineato come al momento le linee generali del Mit siano troppo vaghe e poco dettagliate. Molte associazioni, Assoporti in testa, hanno manifestato consenso con gli obiettivi della riforma anche se al momento non è chiara la via per raggiungerli.
Tra i punti maggiormente toccati durante il confronto di oggi (circa 3 ore in cui hanno preso la parola dai sindacati di categoria a Confindustria a molte delle associazioni del settore), la necessità di semplificare gli iter autorizzativi per interventi all'interno dei porti, con un occhio di riguardo alle attività di dragaggio, e la necessità di un intervento uniforme e organico.
Su questo secondo punto il ministro Lupi ha tranquillizzato la platea spiegando che le ipotesi di intervento sul settore proposte dal ministero dello Sviluppo economico saranno incorporate nella riforma dei porti targata Mit. "Anche oggi abbiamo ascoltato portatori di interesse che non vogliono mollare le proprie rendite di posizione. Ministro abbia coraggio e guardi oltre i singoli interessi", ha sollecitato il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin (M5s).
"Saremo tutti coinvolti" nel confronto sulla riforma dei porti, "ma chi si assume la responsabilità di decidere è il ministero dei Trasporti, cui spetta il compito di fare sintesi", ha spiegato il ministro. Lo stesso Lupi ha ricordato che l'obiettivo è di approvare il Piano entro febbraio, come prevede il dl Sblocca Italia dello scorso anno, per poi condividerlo con il Consiglio dei ministri e avere un parere dalle commissioni parlamentari competenti. (fonte cnafita.it)
 

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