DISTRIBUZIONE DELLE MERCI / Al Meeting di Comunione e Liberazione si parla di trasporti

Lunedí, 1 settembre 2014

Oggi nelle città in cui viviamo c'è un importante aspetto che si sottovaluta quando addirittura non si disconosce, ci riferiamo al trasporto delle merci nei centri urbani. Un aspetto del vivere quotidiano questo che, a differenza di quanto si possa pensare, ha un notevole impatto sulla vita dei cittadini. Un esempio su tutti: la grande difficoltà a circolare negli orari di punta quando i mezzi, che devono scaricare la merce nei negozi, arrivano a parcheggiare sino alla terza fila. Quello del trasporto merci nei centri urbani è un problema che le amministrazioni comunali dovranno sempre più prendere in considerazione e governare se vogliono evitare il caos viario nelle città.
I sindaci delle città italiane devono cominciare a occuparsi di trasporto logistico urbano e farlo non in modo caotico e sclerotizzato come sta facendo l'ormai irrefrenabile Accorinti a Messina, ma farlo avendo chiaro che nel campo della logistica vige una notevole frammentazione degli attori in gioco, con solo il 20 per cento dei trasporti gestiti da grandi imprese e tutto il resto in mano ai cosiddetti padroncini. Sembrerà strano, ma una corretta distribuzione urbana della merci rappresenta un paradigma del rinnovamento culturale ed umano delle nostre città, questo è quanto emerso ieri da un incontro che si è svolto al Meeting di Rimini, dove si sono confrontati Massimo Marciani, Presidente di FIT Consulting, Lorenzo Fiori, Senior Vice President Strategie di Finmeccanica, e Graziano Pattuzzi, Presidente dell'Autostrada Regionale Cispadana.
Tutti e tre gli intervenuti discutendo del tema hanno concordato su un punto e cioè che si tratta di un fenomeno il cui governo passa dalla definizione di regole condivise da tutti gli interessati al problema. Un sistema di regole per definire il quale, secondo Marciani, non si può prescindere dal mettere al centro l'uomo con tutti i bisogni che lo caratterizzano. "Il settore della distribuzione delle merci - spiega Marciani - sino a dieci anni fa non aveva nessuna dignità, era considerato un mero settore commerciale lasciato alla sola libera iniziativa privata. Si credeva che un settore del genere non avesse nessuna conseguenza sulla popolazione". Per Marciani, inoltre, "la distribuzione delle merci in ambito urbano deve essere considerato come servizio sociale rispetto al quale si devono introdurre elementi di premialità sui mezzi usati per il trasporto ma anche rispetto al modello di sviluppo adottato dalle aziende che si occupano di logistica". Infine, l'affondo del Presidente di FIT: "In un momento in cui la tecnologia ha un ruolo sempre più preponderante nella nostra vita è necessario un ritorno all'uomo altrimenti dobbiamo rassegnarci a uno sviluppo medievale delle nostre città, dove tutto viene prodotto e consumato al loro interno".
Di tecnologia ha parlato Fiori. Illustrando i progetti che hanno visto coinvolta Finmeccanica nel settore della logistica (a tal propositoAccorinti, piuttosto che firmare sconclusionate delibere ammazza imprese, farebbe bene a studiare il progetto che Finmeccanica ha realizzato per il porto di Genova) ha messo in evidenza come "le tecnologie siano un fattore abilitante e come l'uomo sia fattore abilitante del loro sviluppo. Le tecnologie fanno sì - ha proseguito Fiori - che la complessità legata alla logistica dei trasporti nelle città possano trovare soluzioni adeguate che rispondano a criteri di salvaguardia dell'ambiente, a criteri economici e socio umani, ma soprattutto facciano guadagnare tempo alle persone, fluidificando la viabilità, perché oggi il tempo è una delle più importanti e preziose risorse per l'uomo". Il Presidente di Cispadana, Graziano Pattuzzi, intervenendo alla fine si è detto d'accordo con i relatori che l'hanno preceduto e non ha potuto fare a meno di sottolineare come "per tutto ciò che riguarda la costruzione di infrastrutture in Italia i tempi siano troppo lunghi e che, se è vero che prima di costruire un'infrastruttura è molto importante l'ascolto di tutte le componenti sociali interessate, è altrettanto vero che a volte nell'attesa di mettere tutti d'accordo si finisce spesso per far perdere importanti possibilità di sviluppo ai territori che si ritrovano impossibilitati a trasportare in modo veloce merci e persone". (fonte cnafita.it)

 

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