IMPRESE ITALIANE / Come la somministrazione estera agisce nel trasporto

Mercoledí, 26 Febbraio 2014

Il dumping economico risulta essere di 6000-7000 euro netti annui a danno del lavoratore, tenuto conto che in certi Paesi non esistono gli istituti contrattuali della tredicesima, della quattordicesima e del trattamento di fine rapporto, e di altrettanti 10mila euro circa a danno dell'Erario italiano per la mancata contribuzione e tassazione. I sindacati confederali spiegano in una nota quali sono le distorsioni nella somministrazione di autisti da Paesi dell'Europa orientale alle imprese di autotrasporto italiane. Fino a settemila euro in meno ai dipendenti e diecimila in meno allo Stato. Il sindacato ricorda che ildistacco internazionale di personale – non solo autisti – è consentito dalla direttiva comunitaria 96/71, nell'ambito della libera circolazione dei lavoratori e libera prestazione dei servizi. Nello stesso tempo, però, l'interpello 33/2010 del ministero del Lavoro precisa che la stessa direttiva impone che la somministrazione garantisca parità salariale con i lavoratori dei Paesi ospitanti. Però, precisa la nota sindacale "L'interpello non chiarisce fino in fondo che le strategie sopra evidenziate sono illegittime e le aziende che le stanno mettendo in atto riducono slealmente i loro costi rispetto al costo del lavoro italiano del 35% circa".
In particolare, per quanto riguarda la retribuzione, "Il calcolo per la parità salariale riporta solo quella che è la retribuzione con i minimi tabellari del CCNL, non tenendo conto che gli autisti oltre alla retribuzione da contratto, nel nostro Paese, hanno diritto a percepire la maggiorazione per il lavoro straordinario, per tutte le ore eccedenti la 39a ora settimanale, nonché l'indennità di trasferta". A tale proposito, la nota sindacale riporta un raffronto concreto relativo a un autista di terzo livello S, che ha un minimo tabellare di 1569,37 euro al mese, su cui sono calcolate la tassazione a carico del lavoratore e la parte contributiva a carico delle aziende. "Il vantaggio economico del distacco del personale è dato dal tentativo di pagare gli autisti distaccati con uno stipendio medio mensile di 200/400 euro circa, sul quale le aziende versano la contribuzione nei vari Paesi dell'Est Europa, in aggiunta ad un'indennità di disagio – fino a circa 70 euro al giorno – sulla quale non esiste nessuna tassazione, né da parte del lavoratore né, tanto meno, da parte delle aziende". I sindacati contestano questo tipo di retribuzione, perché l'indennità di disagio "altro non è che la nostra indennità di trasferta, quindi la retribuzione mensile di 200-400 euro non corrisponde assolutamente alla paga base nazionale stabilita dal CCNL italiano".
Quindi, concludono i sindacati, "Alla luce di quanto sopra evidenziato ildumping economico tra i due diversi inquadramenti risulta essere di 6000-7000 euro netti annui a danno del lavoratore, tenuto conto che in quei Paesi non esistono gli istituti contrattuali della tredicesima, della quattordicesima e del trattamento di fine rapporto, e di altrettanti 10mila euro circa a danno dell'Erario italiano per la mancata contribuzione e tassazione". (fonte cnafita.it)

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