GRECIA / Il nuovo governo ferma le privatizzazioni dei porti

Giovedí, 29 Gennaio 2015

La Grecia congela le privatizzazioni. Uno dei pilastri concordati con la troika viene dunque subito abbandonato dal nuovo governo guidato da Alexis Tsipras (nella foto), come aveva promesso in campagna elettorale. Una notizia che certo non contribuisce a rasserenare i rapporti con la Ue a un mese dalla scadenza del programma di aiuti. Nel primo consiglio dei ministri dopo le elezioni, il ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis ha dichiarato che bloccherà immediatamente il piano di privatizzazione del 30% della compagnia elettrica Public Power Company, la più grande public utility del Paese, di cui lo Stato ellenico controlla una quota di maggioranza, e della compagnia di distribuzione dell’energia elettrica (Admie). Congelata anche la vendita del 67% del Porto di Pireo, un’operazione già avviata per la quale erano rimaste in corsa quattro società, tra cui la big cinese Cosco. «L’accordo per Cosco sarà rivisto per il beneficio del popolo greco» ha detto il vice ministro Thodoris Dritsas. Il colosso cinese ha già acquistato due terminal del porto del Pireo, vicino ad Atene, e aveva l'intenzione di subentrare nelle quote ancora possedute dallo Stato greco nella società. Per spiegare al governo cinese la mossa shock sul Porto del Pireo, Tsipras ieri ha incontrato l’ambasciatore di Pechino ad Atene. La Cina in questi anni è stato un investitore di primo piano in Grecia, che vede come una porta d’accesso privilegiata al mercato europeo.
Il neo ministro dell'Energia ha annunciato anche il blocco della prevista cessione a privati del 35,5% di Hellenic Petroleum, la maggiore raffineria del Paese. «La quota di Hellenic Petroleum che era stata trasferita all'agenzia per le privatizzazioni tornerà allo Stato», ha spiegato il ministro alla cerimonia di passaggio di consegne con il suo predecessore. Si tratta di decisioni dalle pesanti implicazioni politiche dal momento che il piano di privatizzazioni, avviato comunque con lentezza dal precedente esecutivo Samaras, era una delle condizioni fissate dalla troika in cambio dei prestiti ricevuti da Atene. (fonte ilsole24ore.com)
 

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