FAI CONFTRASPORTO / Uggé: Omicidio stradale da punire come quello premeditato. E nessun giudice interpreti il reato

Venerdí, 3 Gennaio 2014

Di seguito le dichiarazioni del presidente di Fai Conftrasporto e coordinatore della Consulta della sicurezza stradale presso il Cnel, Paolo Uggè, in merito all'introduzione del reato di omicidio stradale. "La proposta d'introdurre il reato di omicidio stradale avanzata dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri rischia solo di rendere più confuse le norme, di dare l'illusione d'aver affrontato un tema così delicato e che tocca tante persone senza però risolvere concretamente il problema. Non saranno certo i dieci anni di carcerazione previsti in alcune proposte che, come solitamente avviene in concomitanza di tragici eventi, politici o uomini di governo alla ricerca di visibilità e consensi propongono, a modificare le cose. Occorre invece agire per garantire la certezza della pena e senza lasciare spazi a interpretazioni giuridiche che dipendono dai singoli magistrati, spazi che la nuova proposta sembrerebbe invece lasciare ampiamente". Ad affermarlo è Paolo Uggé, presidente di Fai Conftrasporto e coordinatore della Consulta della sicurezza stradale recentemente ricostituita presso il Cnel, secondo il quale "chi si mette alla guida senza patente,  in stato di ebrezza o sotto l' effetto di sostanze stupefacenti, deve essere considerato alla stregua di chi premedita un omicidio e lo esegue volontariamente. Attenuanti non ce ne devono essere e l'arresto deve essere immediato, mantenendo agli arresti l'indagato fino al pronunciamento con rito abbreviato del tribunale". Ma non è tutto: sempre secondo il coordinatore della Consulta della sicurezza stradale del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro "se da una parte le attuali sanzioni devono essere mantenute per chi risultasse positivo ai testi su alcol e droga confermando gli attuali limiti definiti per legge, dall'altro le nuove norme dovrebbero intervenire sulle disposizioni relative alle pene accessorie e rapportate al danno generato a terzi, senza alcuna possibilità di riduzione. A chi deliberatamente determina danni a terzi deve essere revocata la patente e il responsabile va assoggettato alle medesime pene previste per chi premeditatamente e volontariamente uccide o ferisce una persona. Solo una norma così costruita potrà generare un processo positivo che attui il principio educativo, che è uno dei principi alla base del nostro sistema giuridico", ha concluso Paolo Uggé, già firmatario in passato, sia in veste di parlamentare di opposizione sia da esperto del Cnel, di proposte emendative rimaste colpevolmente inascoltate, "mentre decine di persone continuavano a morire per mano di assassini della strada".

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