EMISSIONI CO2 / Record nel 2013, allarme ONU

Martedí, 9 settembre 2014

Il 2013 è stato un anno nero per l’atmosfera e per gli oceani, pesantemente compromessi dai livelli di CO2 in vertiginoso aumento. Lo rivelano i dati pubblicati dalla WMO, la World Meteorological Organization. L’organizzazione meteorologica dell’ONU ha diffuso come ogni anno il suo bollettino sulle emissioni climalteranti. Dalle rilevazioni degli esperti è emerso che dal 1990 al 2013 il forcing radiativo ha subito un aumento del 34 per cento a causa di un’impennata nelle concentrazioni di CO2, metano e protossido di azoto nell’atmosfera. Questo parametro misura la differenza tra la radiazione entrante e quella uscente. Più è positivo e maggiore sarà l’impatto del riscaldamento globale. A far aumentare il valore del forcing radiativo sono sia fenomeni naturali sia le attività umane più inquinanti: dagli allevamenti all’industria dei fossili. In questo vertiginoso incremento la parte del leone la recita la CO2, che rappresenta l’80 per cento dei gas forzanti. Nel 2013 la concentrazione di CO2 nell’atmosfera ha superato del 142 per cento i valori registrati nel 1750, prima della rivoluzione industriale. Secondo le stime a questo andamento già nel 2015 si arriverà a una concentrazione di CO2 nell’atmosfera di 400 parti per milione. Le concentrazioni di metano e protossido di azoto registrate hanno restituito percentuali di incremento ancora più alte, rispettivamente del 253 per cento e del 121 per cento. Il metano è il secondo più importante gas a effetto serra. Il 40 per cento proviene da sorgenti naturali come le zone umide, il 60 per cento da attività umane, come gli allevamenti intensivi, le centrali fossili, le discariche e la combustione di biomassa. Nel 2013 il metano atmosferico ha fatto registrare un nuovo record con concentrazioni nell’atmosfera pari a circa 1824 parti per miliardo (ppb), a causa di un aumento delle emissioni provenienti da fonti antropiche. Il protossido di azoto nel 2013 ha invece raggiunto concentrazioni pari a 325,9 parti per miliardo. A causa del massiccio impiego di fertilizzanti, della combustione di biomassa e di diversi processi industriali, i livelli di protossido di azoto aumentano, distruggendo lo strato di ozono stratosferico che ci protegge dai raggi ultravioletti nocivi del Sole. Secondo gli esperti della WMO occorre concertare al più presto azioni contro il riscaldamento globale per scongiurare il peggio. Per la prima volta il bollettino della WMO ha dedicato un’intera sezione all’acidificazione degli oceani. I mari sono i principali mitigatori del riscaldamento globale. Se le concentrazioni di CO2 nelle acque sono troppo elevate, la loro funzione cruciale viene compromessa con impatti devastanti sul clima. 

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