CONFCOMMERCIO / Trasporti e logistica: l'Italia spezzata si allontana dall'Europa

Giovedí, 27 Ottobre 2016

Italia divisa in due in termini di accessibilità, con le regioni del Centro a fare da cuscinetto. Il Nord va meglio del Sud anche nell’utilizzo delle ferrovie. Strade nate vecchie, mai nate, incomplete che mostrano un Paese "strappato". Porti: i buoni esempi di Genova e Ravenna per diversificazione del traffico ed equilibrio tra offerta e domanda. Questi, in sintesi, i risultati più eclatanti del Focus sui trasporti e la logistica in Italia, realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con Isfort, presentato al 2° Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio a Cernobbio. Il problema nel problema dell’Italia è il divario tra Nord e Sud, complicato dalla frattura del Centro, una vera e propria “faglia” che penalizza l’accessibilità multimodale per il trasporto di merci. Gli effetti di tale faglia si apprezzano dall’analisi dell’andamento del traffico. I volumi di merce movimentati nel Lazio, in Toscana, in Abruzzo, nelle Marche e in Umbria tra il 2010 e il 2014 sono diminuiti in misura nettamente superiore alla media nazionale. Nel trasporto ferroviario la frattura è abbastanza netta. Poco meno di tre quarti del traffico interno nazionale avviene tra le regioni a Nord dell’Emilia Romagna. Circa il 70% del materiale rotabile (68,7% dei carri e il 72,4% dei locomotori elettrici) è nella disponibilità di questa parte del Paese. Guardando invece alla distribuzione della rete, i rapporti sono esattamente opposti. Poco meno del 70% della Rete Ferroviaria nazionale (68,3%) si trova nelle regioni centrali, meridionali e nelle isole, mentre solo il 31,7% in quella settentrionale. Una rete vecchia e l’inconcludenza dei piani di potenziamento mai nati o incompleti disegnano una cartina dell’Italia "a singhiozzo", sia sul fronte ferroviario (da Bologna in giù i semirimorchi non possono viaggiare su vagoni) sia su quello stradale: ci sono voluti 31 anni per aprire i 40 chilometri scarsi della Variante di Valico Barberino-Sasso Marconi, l’Autostrada Tirrenica è ancora ridotta a due monconi, la nuova Romea sempre un’ipotesi. E che dire, spiega Confcommercio,  della Tirreno-Brennero: 9 lustri per compiere 9 chilometri (e ne mancano ancora 76). Da Est a Ovest l’elenco dei sogni continua. La perdita di competitività del settore dell’autotrasporto si avverte anche nella rilevazione del "sentiment" delle aziende effettuata da Conftrasporto su un campione di imprese rappresentative del comparto. Sulle prospettive future del Paese, infatti, il pessimismo degli operatori dell’autotrasporto supera di 10 punti percentuali quello espresso dalla media delle imprese italiane (41,8% contro il 31,5%). Per sanare questi squilibri Conftrasporto-Confcommercio propone: un Piano strategico che indichi le priorità della politica dei trasporti e, conseguentemente, gerarchizzi gli interventi in base alla domanda di mercato e ai Piani di sviluppo del Paese; selezione delle opere secondo precisi criteri di efficienza e utilità; un comune campo da gioco per le imprese di autotrasporto italiane ed europee (dalle regole ai controlli, dal costo del lavoro alla burocrazia, al fisco); un trasporto ferroviario di merci competitivo in tutto il Paese; un cluster marittimo italiano ed europeo rafforzato; misure specifiche per il trasporto marittimo a corto raggio.

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