FIAP / Indice puntato contro gli 'incauti acquisti': 'trasporto chieda rispetto norme'

Mercoledí, 9 Febbraio 2022

FIAP punta l'indice contro gli incauti acquisti, bacchettando tutti quei clienti di settore che acquistano prodotti o servizi che non tengono, minimamente, conto degli effettivi costi di mercato odierni. Un'analisi dettagliata del Segretario Generale FIAP, Alessandro Peron (nella foto), mette in evidenza diversi aspetti legati a questo tema: "Nell’ultimo anno tutti i settori produttivi sono stati messi a dura prova a causa dei forti aumenti dei costi delle materie prime: ferro e acciaio +50%, plastica +20%, semiconduttori ed in particolare il litio +160%. Non dimentichiamo, inoltre, il costo all’ingrosso del gas naturale +500% e dell’energia elettrica +400%. Questi aumenti di costi avranno un effetto sul prezzo del prodotto finale che già si comincia ad evidenziare. E’ una regola del mercato. Le associazioni di settore lo sanno bene e, nel breve periodo, ben poco possono fare i Governi dei vari Paesi soprattutto se, come nel caso dell’Italia, non sono produttori di materie prime. Anche nel settore dell’autotrasporto la situazione è molto simile. Oltre agli aumenti prima citati di gas ed elettricità, ad influire maggiormente è l’aumento del prezzo del carburante che si è registrato nell’ultimo anno: gasolio +30%, GNL +300%, senza contare il prezzo più che triplicato dell’ADblue. In questo caso, tuttavia, la regola funziona in modo diverso: non riuscendo a riversare l’aumento dei costi nella tariffa finale, si cercano aiuti nello Stato pur di non influire sui bilanci dei propri clienti.
Una modalità attuata da una politica miope da parte delle associazioni dell’autotrasporto (o per meglio dire della Committenza) esercitata negli ultimi vent’anni, la quale invece di aiutare le imprese a crescere e ad adottare un approccio imprenditoriale, ha alimentato un atteggiamento di assistenzialismo attraverso piccoli finanziamenti a pioggia atti a far sopravvivere le imprese, che poi finivano regolarmente per riversarsi in uno sconto sulle tariffe (vedi accise, rimborso pedaggi, e quant’altro). Solo approcciando al problema in maniera nuova, riusciremo forse a capire come mai l’Autotrasporto non riesca a riversare i propri aumenti sulle tariffe dei servizi e a trovare una soluzione.
L’autotrasporto è sicuramente un settore imprenditorialmente giovane, abituato a partire dalla tariffa per poi, tramite varie “alchimie”, arrivare a ritagliarsi un 2/3% di margine, quando va bene. Normalmente per la costruzione delle tariffe si dovrebbe, al contrario, partire dai costi diretti, aggiungere i costi indiretti e il proprio margine, così da arrivare a definire una remunerazione del servizio corretta e sostenibile. L’aspetto forse più evidente è l’incapacità di riversare i propri aumenti sulla tariffa, da un lato perché la maggior parte delle volte l’autotrasporto si trova ad essere parte contrattuale debole, ma soprattutto perché il cliente (committente) riesce sempre, in effetti, a trovare un’impresa di trasporto che svolga il lavoro a prezzi più bassi.
I costi sono mediamente uguali per tutte le imprese di autotrasporto ma alcune, in maniera del tutto irregolare, eludendo tasse e contributi o nel peggiore dei casi tramite fonti di finanziamento illecite, riescono per esempio in questo momento non soltanto a non applicare aumenti, ma addirittura a ridurre le tariffe. In realtà il cliente (committente) conosce molto bene questa situazione e i più “spericolati” non se ne interessano, ottenendo di acquistare i servizi di trasporto a costi molto vantaggiosi, ma alimentando un settore irregolare a danno di tutti noi cittadini (ricordiamoci che evasione ed elusione porteranno pur vantaggi a qualcuno, ma i danni ricadranno sulla collettività).
La riapplicazione dei costi minimi di sicurezza, fortemente chiesta dalla nostra Federazione negli ultimi anni ed ora finalmente rilanciata anche da altri, potrebbe essere un primo passo, ma non la soluzione definitiva al problema. Infatti, i servizi di trasporto sono diventati sempre più complessi e diventa sempre più difficile calcolare un costo esatto in maniera standard. I costi minimi di sicurezza diventano invece uno strumento molto importante per potenziare e incentivare la corresponsabilità della Committenza, vera beneficiaria di una tariffa bassa molto spesso di matrice illecita.
Un cliente che acquista un servizio di trasporto ad una tariffa che evidentemente non tiene conto dei costi attuali, diventa complice di una eventuale irregolarità. Una azione che potrebbe anche essere associata ad un incauto acquisto, con le relative conseguenze. Per sostenere veramente questo settore e aiutare in maniera concreta gli imprenditori non dobbiamo chiedere allo Stato ulteriori aiuti a pioggia, bensì l’applicazione delle leggi che già ci sono ma che vengono, volutamente, dimenticate: costi di riferimento, tempi di pagamento, corresponsabilità, legge sulla movimentazione dei bancali, fuel surcharge, e quant’altro. In un mercato rispettoso delle norme e controllato con serietà da chi di competenza, le imprese sane e longeve possono lavorare nelle corrette condizioni per crescere e migliorare, guadagnando il giusto.
Ricordiamoci che solo se avremo delle imprese di autotrasporto economicamente sostenibili potremo affrontare, in maniera seria, le sfide del PNRR verso la transizione ecologica e digitale, diversamente rimarranno solo slogan e appannaggio soltanto di qualcuno. Solo cambiando approccio, facendo cose nuove, potremo ottenere risultati diversi, e aiutare in maniera concreta questo settore a crescere". 

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