FEDERAUTO / Artusi: 'mercato in crescita ma per effetto ordini pregressi'

Martedí, 18 Aprile 2023

«Occorre molta prudenza nel valutare gli ultimi dati di mercato dei veicoli commerciali e soprattutto quelli relativi ai mezzi pesanti. Gli incrementi registrati dalle rilevazioni statistiche sono in gran parte dovuti alle consegne di veicoli prenotati ancor prima dell’attuale crisi logistica, dei chip e dei componenti che hanno ritardato - e continuano a ritardare - le operazioni di vendita».

Questo quanto sostiene, con fermezza, Massimo Artusi (nella foto)- vicepresidente di Federauto con delega Trucks&Van, commentando le rilevazioni statistiche sulle immatricolazioni dei veicoli industriali negli ultimi mesi.

Artusi, nel proseguire la sua analisi, sottolinea alcuni punti fondamentali della questione: «Gli ordini, in realtà, continuano a non essere in linea con le aspettative, non solo a causa della crisi dei materiali che condiziona ancora il mercato, ma anche per una serie di altre cause legate all’attuale fase economica che incidono sui costi d’esercizio delle imprese: dall’aumento del prezzo dei carburanti a quello dei costi per sostenere l’assunzione di nuovi autisti, dall’aumento dei tassi di interesse, da un’inflazione che fatica a rallentare, a un’incertezza generale che non aiuta le aziende di autotrasporto a programmare, aggravata dalla fine dei Crediti di imposta sugli investimenti. In questo quadro, è certamente positivo che finalmente sia stato firmato il decreto che stanzia 25 milioni per incentivare l’acquisto di mezzi ecologici e tecnologicamente avanzati, anche se prevalentemente legati a una rottamazione sempre più difficile da utilizzare per la sostanziale mancanza di veicoli da rottamare. Si tratta, tuttavia, di fondi stanziati lo scorso anno, per cui non c’è che da augurarsi che con maggiore sollecitudine vengano finalmente erogati i 280 milioni (80 del 2022, 200 della legge di Bilancio per il 2023) destinati alle imprese di autotrasporto proprio per permettere loro di mitigare gli effetti del balzo dei costi del carburante, oltre agli ulteriori 25 milioni previsti per il 2023 per il rinnovo del parco. Nel frattempo è meglio leggere i dati del mercato per quello che sono: l’effetto di un ritardo che sta rientrando molto lentamente». 

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