UNATRAS / Lettera aperta di Cinzia Franchini

Lunedí, 30 Dicembre 2013

Da Cnafita.it la lettera aperta del presidente Cinzia Franchini (nella foto).
“Desidero ringraziare tutti coloro che in questi giorni mi hanno espresso solidarietà mostrandomi comprensione e vicinanza. Avrei voluto ringraziarvi uno ad uno, ma la cosa avrebbe impiegato troppo tempo e sarei arrivata tardi oltre quanto già non lo sia adesso con questo ringraziamento aperto e pubblico. Le ragioni della protesta che nei giorni scorsi e che ancora adesso porta molta gente a manifestare, sono dettate, in gran parte dei casi, dall’esasperazione e dalla frustrazione che condivido personalmente anche e soprattutto nel ruolo di rappresentante di categoria che ricopro da poco più di due anni a livello nazionale.
Le minacce di morte fatte a me e al presidente della CNA-Fita di Agrigento, Puleri, e i richiami alla mafia sono intollerabili e vanno rispediti al mittente con forza senza distinguo di alcun tipo. In questi giorni i riferimenti alla rivoluzione e le pericolose infiltrazioni che in molti casi hanno approfittato delle manifestazioni per fomentare oltre modo la protesta, rappresentano derive pericolose che mi hanno spinta, da subito, a distinguere le ragioni dell’autotrasporto da una fuga in avanti della contestazione che covava al suo interno, sin dall’inizio, tutti gli inneschi più pericolosi per far degenerare il dissenso. È troppo semplice rappresentare le istanze dell’autotrasporto “sbraitando” proclami e chiamando le imprese sempre e solo ad un sacrificio, il fermo, che negli ultimi anni non gli ha risolto alcunché. L’assunzione di responsabilità di chi si cimenta oggi nella rappresentanza d’impresa dev’essere necessariamente la capacità di affrontare per tempo i problemi, costringendo l’azione di Governo a individuare soluzioni concrete. Le responsabilità della drammatica situazione in cui versano il nostro settore e le nostre imprese associate, certamente con l’esasperazione della crisi, nasce da lontano, da gestioni politiche scadenti ma anche da un’azione di rappresentanza che evidentemente non ha saputo fornire soluzioni valide e adeguate a gestire i grandi cambiamenti in atto nell’economia globalizzata. La mancata adesione al fermo che ostinatamente qualche sigla minore ha portato avanti, ci deve far riflettere. Le imprese sono sfiduciate, ma non per questo incapaci di reagire e pretendono che le organizzazioni d’impresa sappiano, appunto, promuovere, dare forma e contenuto a questa reazione. Chi non si è fermato ad urlare la sua disperazione lo ha fatto mostrandoci la grande forza d’animo che i nostri imprenditori hanno, sarebbe un errore imperdonabile non cogliere questa preziosa apertura di credito. Nel caso specifico dell’ultima proclamazione, poi da noi revocata, è pacifico il fatto che, almeno per la CNA-Fita, la preoccupazione era, nel contingente, rivolta all’assurdo taglio dei fondi per il rimborso delle accise. Uno scivolone del Ministero dei Trasporti e del Governo, che avrebbero così pregiudicato la restituzione non d’incentivi, ma di soldi che sono dell’autotrasporto in base ad una direttiva europea che ne regolamenta i termini. È evidente poi che il protocollo d’intesa sottoscritto tra le maggiori associazioni del settore e il Governo rappresenti anche una ripresa d’interlocuzione con il Ministero dei Trasporti e con il Governo stesso che da molti mesi mancava, che dovrà sostanziarsi di proposte, qualificandosi per i risultati concreti che deve necessariamente produrre. Le manifestazioni di questi ultimi giorni devono indurci a riflessioni.
Il richiamo unitario che spesso aleggia nel mondo dell’autotrasporto è molto sovente ipocrita e privo di un qualche contenuto concreto. E’ bene dircelo con estrema franchezza: anche Unatras (il coordinamento unitario che raggruppa CNA-Fita, Conftrasporto-FAI, Confartigianato Trasporti e attualmente presieduto da Paolo Uggè) mostra tutti i limiti di una cronica incapacità propositiva. Mi chiedo se dal 2011 si fosse veramente iniziato un percorso condiviso sul tema del caro gasolio oggi dove saremmo? Certamente avremmo avuto molti più argomenti propositivi e una credibilità maggiore nel chiedere alla politica soluzioni che avrebbero portato benefici alle nostre imprese. Sono certa che anche il tentato taglio dei rimborsi per le accise non sarebbe potuto essere nemmeno concepito e, in questo momento, non saremmo stati impegnati in proclamazioni di fermi e successive revoche. L’azione unitaria, se vi deve essere, deve poter partire da un coordinamento condiviso degli obiettivi. In Unatras vi si deve entrare per uscirne con una linea concordata che detti punti precisi su cui bisogna incalzare il Governo e chiamare al confronto la nostra committenza. Ogni coordinamento deve obbligatoriamente esprimere una strategia propositiva e positiva nei confronti degli interlocutori istituzionali quanto nei riguardi delle nostre controparti imprenditoriali. Differentemente ogni azione concepita in simili contesti assume semplicemente il sapore di arroccamenti tattici che nulla di concreto possono garantire. Unatras deve avere una strategia, un obiettivo chiaro e deve comunicarlo con forza e trasparenza. Sono convinta che oggi più che mai vi sia il bisogno di verificare chi nella rappresentanza vuole realmente confrontarsi su questo approccio.
L’invito che rivolgo a tutti i partecipanti in Unatras da parte della CNA-Fita è quello di riunirsi immediatamente dopo la pausa natalizia per fissare l’agenda di un confronto serrato e il più possibile allargato agli organismi interni, per verificare se vi sono i presupposti necessari ad elaborare una proposta chiara e circostanziata anche nei dettagli tecnici, da portare all’attenzione del Governo per superare l’attuale stallo e garantire le necessarie e urgenti riforme alla categoria. Contestualmente altrettanto si dovrà poter fare nei confronti della committenza, per riprendere con forza un confronto, senza la mediazione del Governo, per elaborare, dove possibile, soluzioni utili a superare lo stallo irrisolto dei costi minimi di sicurezza e indicare all’Esecutivo le cose da fare urgentemente. Questo oggi, a mio avviso, è l’unico senso possibile per un coordinamento unitario, altrimenti ogni richiamo all’unitarietà risulterebbe vano e sterile. CNA-Fita è disponibile a questo confronto e si renderà attiva nel promuoverlo ad ogni livello e con tutti coloro che intendano praticarlo fattivamente.
Infine se non riusciremo ad imboccare con decisione nella rappresentanza dell'autotrasporto la strada del rinnovamento come sopra descritto è indubbio che ciò che abbiamo visto per i forconi prenderà piede anche nell'autotrasporto e sarà allora difficilmente arginabile”.

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