MERCI / Maurizio Lupi e della lobby che infesta il ministero dei Trasporti

Mercoledí, 26 Novembre 2014

Gioacchino Albanese esponente dell'Ncd e ispiratore del ministro ciellino Maurizio Lupi (nella foto) e della lobby delle autostrade che infesta il ministero dei Trasporti è il dominus della più grande opera pubblica varata pochi giorni fa dal governo: la nuova autostrada Mestre-Orte, che per lavori e spesa supera anche il mitico progetto del ponte sullo Stretto.
Nel 1979, ai tempi dello scandalo Eni-Petromin, Matteo Renzi aveva 4 anni. Per cui si può capire che non sappia chi è Gioacchino Albanese, anche se da presidente del Consiglio sarebbe opportuno che si mettesse a studiare un po' di storia patria. Così scoprirebbe che Albanese, detto Nino, è quell'antico e potente piduista braccio destro di Eugenio Cefis che in quello scandalo fu coinvolto. Oggi, ultraottantenne, rispunta dall'oblio perché è il dominus lobbistico della più grande opera pubblica varata pochi giorni fa dal governo: la nuova autostrada Mestre-Orte, che per lavori e spesa supera anche il mitico progetto del ponte sullo Stretto. Albanese risulta ad dell'Ilia Spa di Genova, promotrice dell’opera, di proprietà del gruppo di Vito Bonsignore, politico dc condannato a due anni per corruzione ai tempi di Mani pulite, oggi imprenditore autostradale, esponente dell'Ncd e ispiratore del ministro ciellino Maurizio Lupi e della lobby che infesta il ministero dei Trasporti. Presidente dell'Ilia presumibilmente dimissionario dopo l’arresto per lo scandalo Carige, risulta Giovanni Berneschi. Ecco, in queste mani è la grande opera della prima metà del secolo, mentre si indagano ancora le relazioni con gli scandali Mose ed Expo, dalle cui inchieste emerge come Piergiorgio Baita della Mantovani tenesse i contatti “con il dottor Albanese del gruppo di Bonsignore”. Lunga 396 chilometri la Orte-Mestre o Romea commerciale, prevede 139 chilometri di ponti e viadotti, 64 di gallerie, 20 cavalcavia,226 sottovia, 83 svincoli. Costo preventivato in project financing 8,7 miliardi di euro (per ora) con defiscalizzazione a favore dell'appaltatore che compenserà la quota di finanziamento pubblico di 1,87 miliardi con agevolazioni fiscali Irap, Ires e Iva in corso di costruzione e durante la gestione, che durerà circa mezzo secolo. Esulta Bonsignore con l'immarcescibile Nino, esulta Baita della Mantovani con tutta la filiera dei corsari delle grandi opere. Lavori infiniti per tutti, dalle cooperative rosse alle imprese di Comunione e Liberazione. Ma, tralasciando le “benemerenze giudiziarie” del club del cemento, dell'asfalto e della finanza, che dovrebbero creare qualche inquietudine a Renzi, e l'ansia per l'ambiente di mezza Italia, dalla valle del Tevere al Parco del Delta del Po passando per il Casentino e le valli di Comacchio, c’è una domanda cui nessuno ha ancora dato una risposta: serve davvero la Orte-Mestre? O si prepara l'ennesima opera inutile per gratificare le lobby affaristiche che governano l'Italia? Un dubbio che magari il governo dovrebbe sciogliere mentre la viabilità ordinaria è in condizioni disperanti, i fiumi esondano e le frane ci coprono di fango. Alcune proiezioni dicono che l'autostradona non arriverà a un decimo del traffico necessario per ripagarsi con i pedaggi. E allora indovinate: chi pagherà? (fonte cnafita.it)
 

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