GREENWAYS / Le ferrovie abbandonate saranno riciclate a favore del turismo ecologico

Venerdí, 27 Dicembre 2013

Recuperare oltre duemila chilometri di ferrovie locali dismesse e abbandonate per creare una rete per la valorizzazione e la salvaguardia del territorio attraverso l'eco-turismo. Anche in Italia le Ferrovie dello Stato potrebbero seguire l'esempio europeo e convertire le linee ferroviarie abbandonate in Greenways, percorsi turistici e naturalistici. L'idea delle "greenway" in molte zone d'Europa e altrove è già realtà. Un'idea presente nelle Vías Verdes spagnole, in Belgio grazie al progetto RAVeL fino, volando negli States, ai "rail-trails". Ma anche nel nostro paese qualcosa ha iniziato a muoversi. E’ il caso della “transiberiana d'Italia”, la ferrovia Sulmona-Carpinone a ridosso del Parco nazionale d'Abruzzo, protagonista nelle iniziative di un'associazione di promozione del turismo locale. Oppure delle esperienze della Asciano-Monte Antico nelle Terre di Siena, della Avellino-Rocchetta Sant'Antonio, piuttosto che di quelle del treno blu sul lago d'Iseo, in Lombardia, e del trenino verde in Sardegna. Adesso inizia a pensarci anche il Gruppo FS Italiane, che “con i ‘percorsi verdi’ - riporta in una nota - intende coniugare l'interesse d'impresa con quello del territorio: trovare possibili forme di riuso in chiave turistica e di mobilità sostenibile, insieme a Istituzioni e Enti locali”. Il gestore ferroviario mira a valorizzare le linee vetuste, attraverso la promozione di un Piano nazionale Greenways, sostenuto da finanziamenti pubblici (nazionali ed europei) e privati. Piano che prevede il coinvolgimento delle Istituzioni: Ministeri (in particolare quelli di Ambiente, Sviluppo Economico e Beni Culturali), Università, Regioni, Enti locali e principali Associazioni ambientaliste. Secondo l'idea di FS, le stazioni dismesse saranno trasformate in alberghi, ostelli, ristoranti, officine per manutenzione biciclette, punti vendita di prodotti tipici, piccoli musei delle tradizioni territoriali. I sedimi ferroviari saranno convertiti in piste ciclabili, con tanto di parcheggi di interscambio ferro/gomma. “Iniziative - sottolinea il Gruppo - che potrebbero contribuire a sostenere un vasto piano di rilancio turistico in molte aree del Paese e al contempo favorire l'occupazione e le start up giovanili”. Intanto anche Co.mo.do, la confederazione della mobilità dolce, sta lavorando per "fare rete" e valorizzare questi tracciati, con tanto di legge ad hoc. Già in passato si era avanzata una proposta legislativa mai arrivata al termine: ora la confederazione ci riprova. Perché è importante - conferma - operare in un contesto normativo che condivida gli obiettivi di tutela dei beni e che contempli la possibilità affidare ad alcune istituzioni, in comodato gratuito, le ferrovie abbandonate. Attualmente al progetto aderiscono diverse realtà e associazioni, tra cui Fiab, Wwf e Legambiente. Obiettivo finale è quello di stabilire veri e propri presidi sul territorio, a favore della tutela del Paese.

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