AUTO- TRASPORTI / Da Volvo al resto delle Case automobilistiche: 'crisi del chip costringe allo stop'
Auto e trasporti, "i tempi cupi sembrano non voler finire". Che la situazione generale non sia così brillante, lo sappiamo da tempo. L'esplosione della pandemia, SARS-Covid 19, alla fine di febbraio 2020 e l'inizio di quel periodo buio, anomalo e che tanto abbiamo sofferto, non ha aiutato le due filiere.
Le vendite delle auto lo scorso agosto sono calate drasticamente: il 27,2 per cento in meno rispetto al 2019, ma anche rispetto allo stesso 2020, per tutti l'anno orribile per eccellenza.
Ora, si aggiunge un altro fattore che potrebbe compromettere, rendendo così ancora più difficile, lo stato di salute del mercato: la crisi dei chip, microchip, e semiconduttori. Un'apocalisse, nel vero senso del termine, che si sta abbattendo sul mondo della componentistica automobilistica e che sta travolgendo anche i trasporti.
Sei mesi fa, a marzo scorso, il Gruppo Volvo ha annunciato la sospensione di alcune attività produttive in alcuni dei suoi siti. Una severa riduzione di giorni e orari di lavoro che ha "tagliato le gambe" al personale del colosso svedese.
La crisi del "chip" sembra essere arrivata anche in casa Stellantis. La grande Casa Industriale, nata dalla fusione di FCA e PSA Groupe, lo scorso 20 agosto è stata costretta a dire il suo stop, almeno parziali, alla produzione nei siti di Rennes e Sochaux.
Anche General Motors, Ford, e Toyota hanno ammainato bandiera bianca, costretti alla resa e a pianificare ex novo tutti i loro lavoro. Uno stand-bye in parte inaspettato; ora, tutti alla finestra ad attendere, ovvio, tempi migliori".