ANAMA / Alessandro Albertini: 'Su ITA e Malpensa si gioca il futuro dell'Italia e del trasporto aereo'

Martedí, 31 Agosto 2021

“Sui dossier ITA (ex Alitalia) e Cargo City Malpensa si gioca il futuro del settore cargo aereo e dell’Italia come seconda manifattura d’Europa: a dirlo non sono io, ma i dati. Per via aerea si muove il 2% in volume delle merci esportate extra UE ma in valore e, dunque, in fatturato italiano, queste rappresentano oltre il 25% delle merci movimentate dall’Italia. Inoltre, è importante ricordare come il trasporto, soprattutto via aerea, sia un efficace indicatore dell’andamento della nostra economia. Consideriamo il traffico nello scalo di Malpensa nel I semestre 2021: i dati hanno registrato un incremento del 35% delle merci trasportate sul 2019, l’ultimo anno non influenzato dal Covid 19. L’incremento è ancora più stupefacente se si confrontano i dati del I semestre 2021 con il I semestre 2020: + 61%. Senza considerare tutte le merci italiane ancora movimentate in altri aeroporti Europei, che si aggira intorno al 30% dei volumi totali”.
Queste le parole del Presidente di ANAMA, Alessandro Albertini (nella foto), intende far sentire la voce delle imprese di spedizioni internazionali attive nel settore aereo in questa fase cruciale per il destino della compagnia aerea di bandiera e per il primo scalo cargo italiano nell'Aeroporto di Milano Malpensa.
È noto, infatti, come importanti multinazionali americane e asiatiche, in alcuni casi, quando hanno dovuto scegliere la loro base in Europa, abbiano preferito altre città a Milano, poiché queste offrivano voli diretti con la città presso cui avevano il loro HQ. Lo stesso fenomeno lo vediamo anche nel turismo: quello più ricco - americano, asiatico, russo e mediorientale - privilegia le mete servite direttamente dal loro Paese di origine.
Questi tre dati mostrano come il trasporto aereo sia strategico per l’economia italiana, che ha i propri pilastri in export e Made in Italy, turismo e servizio. Per questi motivi, una compagnia di bandiera, se organizzata e gestita in maniera efficace ed efficiente, può diventare un volano per l’Italia e per la sua economia.
Il numero uno di ANAMA prosegue la sua analisi, sottolineando altre questioni di non meno importanza: “Senza entrare in questioni politiche che non ci competono, tuttavia, come importanti attori del settore cargo, intendiamo ribadire quanto occorra oggi una netta discontinuità rispetto alle gestioni precedenti della vecchia Alitalia Cargo che si sono rivelate disastrose, sia da un punto di vista economico che strategico. Occorre che il trasporto aereo merci esca dal cono d’ombra in cui è relegato da decenni e diventi una leva strategica per la crescita del nostro PIL, come avviene in Francia, Olanda e Germania.
Per raggiungere questo obiettivo, oltre a una compagnia di bandiera con aerei cargo, è altresì fondamentale fare dell’aeroporto di Malpensa un aeroporto cargo moderno, con strutture adeguate in termini di tecnologie e dimensioni, quali parcheggi sicuri, un polo logistico e servizi, pubblici e privati, veloci ed efficienti per le merci. L’attenzione posta dal Governo, in particolare dal Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, ai trasporti, alla logistica e al settore merci aereo in questi difficili mesi pandemici inducono all’ottimismo, ma ora occorrono azioni concrete”.
A conclusione di questo quadro tracciato, Albertini giunge a queste conclusioni: “Qualche settimana fa abbiamo già espresso il nostro deciso sostegno allo sblocco del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del progetto "Aeroporto Milano Malpensa – Masterplan aeroportuale 2035". Lo ribadiamo anche oggi con convinzione, anche alla luce dei dati sopra esposti. Se vi sono aspetti da migliorare o modificare, soprattutto per quanto concerne l’impatto ambientale, è bene che si proceda con i dovuti correttivi ma è fondamentale approvare in tempi brevi il progetto complessivo. In questo anno e mezzo di pandemia gli altri Paesi hanno investito nei loro aeroporti, Francoforte e Bruxelles su tutti, per ammodernarli, per creare nuove strutture al servizio di tipologie merceologiche particolari. In Italia, invece, siamo rimasti fermi. Non ce lo possiamo più permettere, occorre accelerare. Dalla definizione del modello industriale della nuova ITA e dall’iter di approvazione del masterplan di Malpensa avremo un primo, fondamentale e significativo indicatore della volontà dell’Italia di cambiare passo per continuare a essere una delle principali potenze industriali mondiali”. 

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