CNA FITA LOMBARDIA / Il Presidente Patrizio Ricci sulla riduzione accise per il trasporto: “Pronti al fermo nazionale”

Giovedí, 24 Ottobre 2013

“Se il Governo dovesse dare vita ad un'operazione di riaggiustamento dei conti, una manovra solo apparentemente indolore, ma che potrebbe pregiudicare l'autotrasporto la dove i consumi dovessero riprendere, l’autotrasporto in Lombardia non potrà fare altro che raccogliere l’invito della FITA CNA Nazionale e fermarsi”.” E’ ciò che dichiara Patrizio Ricci Presidente FITA CNA Lombardia. La legge di stabilità potrebbe  prevedere nuovi aumenti delle accise, obbligando poi a ripartire, al ribasso, la distribuzione dei fondi in base alle nuove disposizioni contenute nella legge che automaticamente risulterebbe insufficiente a sostenere l’autotrasporto. “Nelle attuali condizioni economiche e con il gasolio più caro d'Europa l'autotrasporto non tollererebbe una simile decurtazione, rispetto ad un rimborso che non riesce neppure a calmierare un prezzo alla pompa fuori mercato e con la tassazione tra le più alte nell'Unione europea” Dichiara Cinzia Franchini Presidente nazionale della FITA CNA. Chiediamo al Governo Letta e al Ministro Lupi che il rimborso delle accise non venga diminuito e un impegno deciso affinché in tempi certi e brevi si possa ristabilire l'accisa mobile, garantendo sul mercato che l'aumento indiscriminato della tassazione dei carburanti non ecceda le reali necessità di bilancio dello Stato”. FITA CNA sul caro carburante non tollererà passi falsi. "Il Governo deve capire che sul gasolio - ha dichiarato ancora Cinzia Franchini presidente nazionale - la categoria non può concedere alcunché e che se non si daranno rassicurazioni valide il fermo diventerà la naturale conclusione”.
“Da tempo sosteniamo che il fermo dell’autotrasporto è l’ultima arma a disposizione delle imprese per protestare, ed ora  si è andati oltre ogni limite. Ribadisce Patrizio Ricci. Oggi le nostre imprese devono lottare con un costo del lavoro insopportabile e sono costrette a licenziare i dipendenti mentre dai paesi vicini, Slovenia, in Croazia, in Polonia, in Romania, invece li assumono. Se malauguratamente si avverasse la riduzione del 25 per cento delle accise, non rimarrebbe altro che fermarci. Sarebbe l’ennesimo colpo, l’ennesima beffa alle aziende italiane, quelle che creano occupazione e valore aggiunto in Italia. Vorremmo un pronunciamento chiaro dalla politica: l’autotrasporto è un asset industriale che l’Italia intende abbandonare e delegare ai paesi terzi oppure si tratta di una semplice svista? “ La categoria è disponibile a ragionare e discutere su tutto ma vi sono dei punti fermi come i rimborsi forfettari, quelli Inail e quelli del Sistema sanitario nazionale sui quali non si tratta. Sono rimasti gli unici fondi che arrivano direttamente alle imprese senza mediazioni e senza filtri.

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