ENI / Diesel + è il combustibile che fa bene all'ambiente

Giovedí, 20 Ottobre 2016

Che ne è della qualità dell’aria che respiriamo in città? A questa domanda hanno fornito una risposta gli esperti intervenuti al workshop Eni organizzato a Milano in collaborazione con Rie Ricerche Industriali ed Energetiche e patrocinato dal Comune. Il convegno – dal titolo: Qualità dell’aria nei centri urbani, nuovi carburanti, azioni possibili” - si è posto una serie di importanti obiettivi: riportare l’attenzione sul tema dell’inquinamento urbano, specie in riferimento alle emissioni generate dai trasporti, a seguito della Conferenza COP21 di Parigi; analizzare le possibili misure per ridurlo attraverso un’azione sinergica tra industria automobilistica e petrolifera; evidenziare le potenzialità della penetrazione di combustibili ad alta componente rinnovabile in grado di abbattere i principali inquinanti e migliorare le prestazioni motoristiche; individuare possibili sinergia con enti pubblici. Il convegno ha preso in esame la situazione della qualità dell’aria della città di Milano e del suo hinterland – nel 2015 la Val Padana è stata tra le zone europee più critiche per il superamento dei limiti di particolato, ozono e NOx - individuando le cause principali del fenomeno inquinamento e il peso che il traffico veicolare, in particolare diesel, ha su di esso. Se motori ibridi più efficienti sono la risposta dell’industria automobilistica, combustibili riformulati e a minore impatto ambientale sono la soluzione del mondo della raffinazione, che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con una crisi strutturale europea, causata dall'eccesso di capacità e dall'accresciuta concorrenza internazionale, e resa ancora più ardua dai sempre più stringenti vincoli ambientali fissati dall'Unione Europea relativi sia ai processi di raffinazione sia alla qualità dei prodotti finiti. Il workshop milanese ha evidenziato quanto la sinergia tra questi due grandi settori potrà portare ulteriori benefici, oltre allo sviluppo della metanizzazione per riscaldamento e, in generale, le azioni di riduzione del rapporto carbonio/idrogeno nei combustibili. Ma la via maestra per giungere a riduzioni sostanziali dei principali agenti inquinanti è l'innovazione tecnologica, di processo e di prodotto, come dimostra Eni con la riconversione di raffinerie tradizionali in bioraffinerie; parliamo di Venezia e Gela, il cui cantiere per la riconversione è operativo dall’aprile scorso. A Venezia Eni ha realizzato, con un brevetto tutto italiano, il primo esempio al mondo di conversione di una raffineria petrolifera in una bioraffineria, che consente di trasformare oli vegetali in un prodotto completamente idrocarburico, superando i problemi qualitativi del biodiesel tradizionale. Il nuovo biocarburante è prodotto grazie alla tecnologia Ecofining sviluppata dal 2006 nei laboratori di San Donato Milanese in collaborazione con Honeywell UOP. La bioraffineria Eni di Venezia produce dal maggio 2014 il componente che ha permesso la commercializzazione, dal gennaio scorso, del nuovo Eni Diesel+, il carburante che ha il maggiore contenuto di componente biologica e rinnovabile (15 per cento) e il cui utilizzo ha evidenziato una notevole riduzione delle emissioni. “In attesa di cambiamenti radicali nei sistemi di trasporto – ha precisato Giacomo Rispoli di Eni – Diesel + fornisce un contributo immediato alla riduzione delle emissioni sull’intero parco veicolare a gasolio: è stato calcolato che se in Italia tutte le auto diesel utilizzassero Eni Diesel + le emissioni di anidride carbonica si ridurrebbero di 2,7 milioni di tonnellate, circa il 5 per cento del totale, e ciò equivarrebbe ad azzerare le emissioni di tutte le auto circolanti a Milano e Torino”. Inoltre, la ricerca Eni ha messo a punto una formulazione del restante quantitativo fossile per ridurre sensibilmente la componente aromatica responsabile della formazione di particolato e di poliaromatici (a valori ben più bassi di quelli previsti dalle normative vigenti) e con un elevato numero di cetano per incrementare l’efficienza del combustione del motore. “Ciò permette una forte riduzione di emissioni di idrocarburi incombusti e ossido di carbonio e minori consumi – ha aggiunto l’ingegner Rispoli - L’utilizzo di Eni Diesel +, benché non rappresenti la soluzione definitiva al problema della qualità dell’aria della Val Padana, può sicuramente contribuire, con utilizzo sia su mezzi privati che pubblici, alla riduzione delle emissioni veicolari e quindi al miglioramento della qualità dell’aria”. Eni punta con decisione sull’innovazione sostenibile: l’azienda ha reso disponibile il nuovo Diesel + in oltre 3.500 stazioni di servizio sul territorio nazionale, per i clienti che vogliono conciliare le caratteristiche prestazionali dei carburanti premium di ultima generazione con una maggiore attenzione all’ambiente. I numerosi test condotti nei laboratori di ricerca Eni hanno evidenziato che, rispetto a un gasolio standard con il 5 per cento di componente biodiesel, Diesel + allunga la vita del motore e ne assicura nel tempo la massima potenza erogabile grazie alla pulizia degli iniettori, migliora le prestazioni del motore riducendo i consumi fino al 4 per cento, facilita le partenze a freddo e garantisce una minor rumorosità del motore grazie all’elevato numero di cetano.

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