MERCI / Quanto e come incidono i trasporti nei rapporti geografici e politici tra Nazioni

Giovedí, 6 Giugno 2013

Le infrastrutture e i servizi di trasporto non solo solo un sistema indispensabile per assicurare connettività a persone e merci. Hanno sempre rappresentato anche una chiave per i cambiamenti nella struttura dei rapporti geografici e politici tra le Nazioni. Questa caratteristica è andata ad assumere crescente importanza con la globalizzazione dell'economia, con la delocalizzazione delle produzioni manifatturiere, con la crescita dei flussi migratori, con la concentrazione delle popolazioni nelle grandi aree metropolitane, le cosiddette Mega-cities. Di questi temi cruciali si occupa il volume, di recente pubblicato, di Paolo Sellari, "Geopolitica dei trasporti", edito da Laterza, nella collana dei Libri del tempo. I cambiamenti che si stanno determinando sono profondissimi, anche se ancora stentiamo a trarne tutte le conseguenze, in termini di pianificazione degli investimenti futuri, di organizzazione dei servizi, di assetto delle regole di mercato.
Il fulcro produttivo mondiale si è ormai spostato - da qualche decennio - dall'Occidente verso il Sud-Est asiatico, e progressivamente si allargherà all'America latina. L'area del Pacifico genera oggi oltre il 60 per cento dei traffici di merci generiche dal pianeta. La geografia delle rotte marittime ha costruito una ragnatela sempre più complessa ed articolata: alle consolidate rotte del petrolio e delle materie prime si sono affiancate le rotte delle navi portacontainer. In questo processo di inspessimento delle reti e delle rotte, si sta consolidando anche una struttura fortemente gerarchica, che tende anche a marginalizzare le aree periferiche, escluse dai flussi primari.

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