AUTOTRASPORTO / Le aziende chiedono maggiore flessibilità delle norme sui tempi di guida

Martedí, 4 Dicembre 2018

Per il 90% delle aziende di autotrasporto l’attuale normativa europea sui tempi di guida, pausa e riposo necessita di modifiche al fine di essere resa più flessibile. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Infogestweb - azienda di Verona specializzata in tecnologie e servizi per l’autotrasporto e ideatrice del software Golia per il monitoraggio del cronotachigrafo - su un campione di 120 aziende clienti. La ricerca è stata presentata durante il convegno “Il futuro dell’autotrasporto tra intermodalità, innovazioni tecnologiche e nuovi scenari normativi”, organizzato da Infogestweb con il patrocinio del Consorzio Zai - Interporto Quadrante Europa e svoltosi a Verona lo scorso 30 novembre. Il sondaggio è stato articolato su quattro focus principali: normativa sui tempi di guida pausa e riposo, controlli su strada, tecnologia e servizi innovativi, criticità del settore.
Per il 66,9% degli intervistati l’attuale normativa ostacola l’attività e il business dell’azienda, mentre per il 59,5% agevola la sicurezza su strada. Tra il 90% delle aziende che chiedono regole più flessibili, il 44% ha indicato i riposi settimanali l’ambito in cui è necessario il maggior grado di flessibilità, a seguire riposi settimanali, deroghe e pause. Tra gli altri dati più rilevanti, il divieto del riposo settimanale regolare in cabina viene valutato positivamente dal 61,6% delle aziende. Tra le altre problematiche ed esigenze emerse, la difficoltà di rispettare la normativa a causa di fattori esterni, quali tempi di attesa al carico e scarico, tempi di attesa ai terminal, ritardo dei treni. Le aziende hanno inoltre sottolineato la necessità di deroghe per permettere all’autista di raggiungere casa o la sede e la difficoltà di conciliare il rispetto della normativa con le esigenze della committenza, sollevando il problema della responsabilità della filiera.
Il 57,5% delle aziende valuta i controlli degli organi di controllo poco efficaci, il 10% non efficaci, il 32,5% molto efficaci. Il 44% degli intervistati valuta i controlli competenti, il 41,4% poco competenti, il 14,6% non competenti. Le prime 3 voci per cui per le aziende è necessario effettuare maggiori controlli sono, in ordine: manomissione del cronotachigrafo, cabotaggio e concorrenza sleale, efficienza del veicolo. Tra le problematiche evidenziate dalle aziende: organi di controllo poco formati, necessità di controlli più frequenti e capillari, controlli effettuati per lo più su aziende italiane.
Oltre ad essere tutte dotate di un software per il monitoraggio del cronotachigrafo (in quanto clienti di Infogestweb), il 44% delle aziende è dotato di software per la gestione e pianificazione dei viaggi, il 56% per la geolocalizzazione, il 25% per la sicurezza, il 42% per l’amministrazione e la gestione aziendale. Il 97% delle aziende ritiene che l’Italia non sia sufficientemente dotata di parcheggi specifici per i mezzi pesanti. Molte aziende hanno sottolineato la necessità di servizi di interconnessione digitale tra veicoli, aziende e centri logistici per ottimizzare le operazioni di carico e di scarico. Per le aziende le principali urgenze da affrontare a livello politico sono: costi del carburante, burocrazia e normative fiscali, concorrenza sleale e cabotaggio, carenza autisti, infrastrutture.
Nell’ambito del convegno “Il futuro dell’autotrasporto tra intermodalità, innovazioni tecnologiche e nuovi scenari normativi”, il tema delle norme sui tempi di guida è stato oggetto di confronto tra l’On. Isabella De Monte, componente della Commissione trasporti e turismo del Parlamento Europeo, e Maurizio Diamante, Segretario Nazionale FIT-CISL. Il dibattito ha toccato alcuni aspetti del Pacchetto Mobilità, sia le proposte di modifica delle regole su tempi di guida, cabotaggio stradale e distacco-transnazionale bocciate a luglio dal Parlamento Europeo e rimandate alla Commissione Trasporti, sia le norme sul trasporto intermodale. Il sondaggio è stato realizzato su un campione di aziende trasversale per provenienza geografica (nord-centro-sud), numero di mezzi (da 1 a 300), fatturato (da 500 mila euro a 100 milioni di euro) e tipologia di trasporto.
 

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