AIRP / Il 46,88 per cento del parco circolante di autocarri in Italia ha più di dodici anni

Giovedí, 18 Luglio 2013

Al 1° gennaio 2013 circolavano nel nostro Paese quasi 4 milioni di autocarri e, come mostra la tabella elaborata dall’Osservatorio Airp sulla Mobilità Sostenibile, circa la metà di questo importante parco circolante era costituito da veicoli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2. Dalla tabella emerge inoltre che vi sono forti differenze fra nord e sud del Paese. La regione con il parco autocarri più vecchio è, infatti, la Calabria seguita a distanza ravvicinata dalla Sicilia (e dalla Campania. Le regioni con il più basso numero di autocarri Euro 0, Euro 1 ed Euro 2, invece, sono il Trentino Alto Adige (24,48 per cento) e la Lombardia (35,29 per cento) che mostrano una quota di molto inferiore alla media nazionale. Secondo l’Osservatorio Airp sulla Mobilità Sostenibile, la difficile situazione economica ed il conseguente calo dei volumi dello scambio delle merci hanno imposto alle aziende un rallentamento del ciclo di rinnovo del parco autocarri del nostro Paese. Resta però il fatto che, pur nella difficile situazione economica attuale, il trasporto su gomma delle merci nel nostro Paese (quasi il 90 per cento di quello totale) continua a rivelarsi, oltre che il tipo di trasporto più diffuso, anche la modalità di gran lunga più flessibile ed idonea per assicurare la movimentazione delle merci sul nostro territorio. Avere mezzi immatricolati prima del 2001, cioè Euro 0, Euro 1 ed Euro 2, significa però avere un parco circolante con un impatto ambientale molto maggiore rispetto a quello che si avrebbe con veicoli di nuova generazione ed anche la sicurezza può risentirne. Con un parco molto vecchio cresce anche la domanda di assistenza e manutenzione periodica degli automezzi, voci da monitorare con grande attenzione per poter contenere i costi. Per quanto riguarda, invece, la riduzione dell’impatto ambientale è necessario che, da subito, le aziende di trasporto provvedano alla gestione del proprio parco autocarri in modo tale da ridurne l’effetto negativo sull’ambiente e sulla sicurezza. Molto si sta facendo a tal proposito grazie anche all’innovazione tecnologica che, negli ultimi anni, ha interessato tutto il mondo dell’autotrasporto e che ha come obiettivo anche la riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2. Ciò riguarda anche i pneumatici ed a questo proposito una delle soluzioni più efficienti rimane l’utilizzo di pneumatici ricostruiti che hanno non solo un’alta valenza economica, ma anche un’importante valenza ecologica in quanto la ricostruzione di un pneumatico consente di rallentare lo smaltimento di pneumatici usati potenzialmente inquinanti. Tutto ciò naturalmente senza pregiudicare la sicurezza dato che i pneumatici ricostruiti, grazie a normative internazionali, vengono sottoposti ai medesimi test e controlli di quelli nuovi.

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